Devo prioprio dirlo. Ancora una volta. I recenti tentativi di stimolare la mia passione con una nuova uscita sono stati talmente fugaci da diventare impalpabili, difatti sono rimasti fuori da queste pagine. Avrò le mie fissazioni, ma esser sinceri per l’ennesima volta male non fa: gira tantissima musichetta, robetta. Ideine, lì per lì con una parvenza di guizzo il cui destino verso il nulla è invece inevitabile. Fosse soltanto inesperienza poco male, non è una colpa.

Ma si tratta di scatole esteriormente complete in cui è insista la noia colpevole del non aver nulla da dire, dalla quale si stacca poderosamente il ritorno inaspettato di Warloghe, nato dopo un ventennio durante il quale mi immagino “Three Angled Void” pippare a fuoco lento in una pentolona nella quale ha gradualmente sprigionato i suoi aromi d’altri tempi, senza l’aggiunta di fuori programma da cucina etnica. Cumino… curcuma…fieno greco? Cazzate! Solo alloro, cipolla, carota e un bel taglio di Black scandinavo anni ’90. Perchè se la materia prima è buona non servono imbellettamenti, e come in cucina l’unico “di” che accetto é quello tra “polenta” e “Maraneo”, qui il vero “dalla” sta davanti a “Norvegia”, riprendendo il filo del precedente “Womb of Pestilence” di cui ampliare leggermente l’orizzonte restando dentro il recinto sicuro del Black Metal rumoroso e sferragliante.
Sempre tanti Darkthorne quindi, in azione su atmosfere sordide e malevole che si scambiano il proscenio con della sana tristezza Black Metal cantata da un corvaccio sgrazianto e cattivo dietro al microfono per parlarci di isolamento e dannazione, coronati da suoni asciutti, marci. “Three Angled Void” è genuinamente crudo e frutto dell’esperienza di qualcuno attivo dagli anni che furono, e per ovvie assonanze viene facile affiancarlo al suo cugino detto “Helwetti“. Se proprio vogliamo, si tratta in entrambe i casi di pura arte nera, per cui le differenze tra loro ci sono come no in quanto il gioco si fa tutto sulla geniale longevità di stilemi senza tempo maneggiati con passione e cura, qui entrambe presenti.
Northern Heritage Records / anno 2021 / tracce 6 / durata 33:23
The Everburning / Lucifer Ascends / Inhuman Mirror / Invultuations from the Black Earth / tarlit Portals Amidst Mass Graves / Singularities Descend.

