[...] veleggio sulle vocals rallentate quasi emperioriane che segnano il sentiero attraverso atmosfere fumose, nebbie semi solide, spazi foschi apparentemente senza confini e qualche sparuto sprazzo di luce [...]
LIFVSLEDA “Sepulkral Dedikation”
[...] questo secondo full ha un po' tutto, fa un po' tutto e se ne esce a testa alta, sempre, sia che corra, pesti, rallenti e perfino quando potrebbe risultare tamarro per certi tempi di batteria elementari [...]
DARVAZA “Ascending Into Perdition”
[...] È una fortuna infatti, che "Ascending into Perdition" sia vagamente bipolare in quanto, così contaminato da qualche apertura inaspettata, riesce a disinguersi con i suoi 3/5 di anima nidrosiana (il finale di "Silence in Heaven" mi ha fatto accapponare la pelle) ed i restanti 2 diluiti da sfumature inattese che aprono spiragli e spostano parte della mia attenzione [...]
GLEMSEL “Forfader”
[...] un disco ricco, dall'ottima misura, vissuto ed interpretato con sentimento, cattiveria, durezza e animo nordici che creano un prezioso susseguirsi di sensazioni cupe avvinghiate ad altre più melanconiche come se tensione espressiva e senso drammatico [...]
GREVE “Föllo af svavel, lifvets dimridå”
[...] ha iniziato a mescolare tra loro brani, album, band, loghi, paesaggi, suoni e copertine diversi ma allo stesso tempo simili a tal punto da appiattirsi su un andamento tendenzialmente positivo ma sostanzialmente lineare, quindi poco conta, almeno per me, se nei Greve prevale una sfumatura di Black Metal piuttosto di un'altra. Sempre Swartadauþuz è, sempre del suo stile si tratta [...]
ULTRA SILVAM “The Sanctity of Death”
[...] se si vuole trovare qualcosa di accattivamente ed in parte soprendente in “The Sanctity of Death” la si deve cercare nel susseguirsi di riff gagliardi suonati con maestria esecutiva e ficcante efficacia, che difficilmente annoiano se piace la musica mossa [...]
HÄXENZIJRKELL “Urgrund”
[...] dopo due o tre ascolti inzia a sfumare nei suoi contorni superando le convenzioni umane del tempo e del minutaggio per diventare un'esperienza sonora ciclica da affrontare senza interruzioni, alla quale si associa indubbiamente bene questa copertina di altissimo livello che però porta con sè musica canonicamente d'effetto [...]
RODENT EPOCH “Hidden Temple”
[...] ripartono con un cipiglio teoricamente più aggressivo e cupo sul quale però cola una produzione smussata che ammorbidisce ogni cosa togliendole qualsiasi velleità spigolosa, secondo me vitale se ti cimenti con uno stile già facile di suo [...]
HELL MILITIA “Hollow Void”
[...] un conto è proporle, un altro è suonarle bene come riesce agli Hell Militia dai quali sprizza una cattiveria costante, energica, sacrilega e vocalmente assassina [...]
MUERT “Haeresis”
[...] odora del sangue versato dal serial killer Damaso Rodriguez detto "El Brujo", va a toccare esoterismo, stregoneria e leggende spagnole generando del chaos pieno di cattiveria in una devianza viziosa della quale è intrisa una produzione bollente aspersa su riff maniacali pieni di foga [...]
EHLDER “Faderland Norr”
[...] sfumato soltanto dalle gradazioni del nero che assorbono qualsiasi linfa vitale ad una narrazione vocale sporca, di per sè già sufficientemente morta di suo ed in grado da sola di uccidre ogni cosa [...]
FUNERAL MIST “Deiform”
[...] gronda proprio irriverenza cantando le idi del male con cori sacri, giocando sulle voci e chiamando a sè quei bambini nel mezzo della freddezza esplosiva di "Children of the Urn" a dare un tocco sbagliato al tutto, tenendo alta una tensione che ti blocca dentro questo affresco morboso [...]
GRYFTIGÆN “Fehunðyrdauðr”
[...] primordiale e mantiene un'intensità avvolgente che annerisce il paesaggio circostante coprendolo con un drappo pesante legato alla tristezza senza scivolare nel depressivo, usando anche melodie emotivamente significative [...]
GRIEVE “Funeral”
[...] Anzi, mettendola proprio sotto l'aspetto pratico, io "Funeral" lo cercherei proprio con calma, non per sminuirne il valore ma perchè è l'ennesimo spaccato di citazioni storiche dedicato agli amanti del classico, meritevole di attenzione ma senza fughe in avanti [...]
BEKËTH NEXËHMÜ “De fornas likgaldrar (Forna nordiska besvärjelser omfamnat i tre kapitel)”
[...] lungo come il suo titolo chilometrico ed adattissimo alla sensazione di avere tra le mani un album idealmente senza fine, sfumato da una tracciona ambient fatta di rumorini o goccioline la cui durata potrebbe essere doppia, tripla o [...]