Man mano che ho conosciuto il secondo full dei tedeschi Häxenzijrkell mi sono sentito sgonfiare come l’albume quando si smonta, mentre invece è cresciuta in me la deludente sensazione di non essermi mai sentito avvelenare da questa musica fatta di tempi medio lenti, atmosfera a tratti anche spaziale, sensazioni ritualistiche e ritmiche più sostenute in parte di “Part 3: Der Pfad der Finsternis“.

“Urgrund” è pure vario nel suo e si ascolta volentieri impastato com’è con un Black Metal più simile agli Inferno recenti, difatti mi ha trasmesso pochissima inquietudine che nel trionfo dark metal di “Die Nachtseite” invece piombava senza filtri su di me, qui persa nell’effetto stilistico noto di un tappeto musicale concettuale dall’animo macabro, sbagliato, ma di scarsa presa soprattutto se dietro a qualsiasi considerazione ti rimane in mente la stessa, medesima convinzione come è capitato a me: dagli Häxenzijrkell volevo sentire dell’altro.
Invece questo è un lavoro che dopo due o tre ascolti inzia a sfumare nei suoi contorni superando le convenzioni umane del tempo e del minutaggio per diventare un’esperienza sonora ciclica da affrontare senza interruzioni, alla quale si associa indubbiamente bene questa copertina di altissimo livello che però porta con sè musica canonicamente d’effetto. Delle mie esigenze musicali gli Häxenzijrkell non hanno colpa, ma so per certo che “Urgrund” lo ricorderò perlopiù come il fratello dell’altro, quello che non è riuscito ad insinuiarsi sotto la mia pelle perfino con il suo parlato in tedesco a me tanto caro come il ricordo instantaneo dei Bethlehem di “Dark Metal“, ma che genere un confronto scomodissimo e sostanzialmente ingestibile dal 99% delle release in circolazione.
Amor Fati Productions / anno 2022 / tracce 03 / durata 35:14
Part 1: Die Entschleierung / Part 2: Von Zeit und Form / Part 3: Der Pfad der Finsternis.
